Le parole del presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato sul futuro politico dell’Italia. L’allarme sulla democrazia.
Non sarà un anno privo di tensioni e preoccupazioni per l’Italia. Ne è convinto Giuliano Amato che a Repubblica ha rilasciato una lunga e interessante intervista a proposito del futuro del Paese e della sua politica. In modo particolare l’ex presidente del Consiglio, della Corte costituzione e dell’Agcom ha messo in evidenza i pericoli per la democrazia.
“Democrazia a rischio”: parla Giuliano Amato
“Quella di Fratelli d’Italia e della Lega continuiamo a chiamarla destra, ma di sicuro non ha la cultura politica di Reagan né della Thatcher né di Major. È un’altra cosa, che ha che fare con l’ideologia dell’ostilità e del rancore”, ha detto Amato andando dritto ai punti caldi del suo pensiero.
Secondo il noto volto politico la Meloni ha raccolto “scontentezze di varia natura: i perdenti di una battaglia lontana, i nostalgici di un fascismo che non c’è più, e i perdenti di oggi, quell’enorme prateria del rancore alimentato dal disagio economico e sociale, oltre che dall’insofferenza per i nuovi diritti”.
Allo stesso tempo, però, ha messo i suoi elettori orientandoli verso nemici comuni: “Ad Atreju, nel suo discorso conclusivo ha elencato la lista dei nemici: quelli con il reddito di cittadinanza, ma anche un migrante che occupa abusivamente una casa popolare o un carcerato che viene messo in libertà solo perché obeso e in cella non può essere curato”.
Secondo Amato sono stati tutti esempi “insopportabili” per la destra che guarderebbe con ostilità chi difende i diritti delle minoranze: “È percepita come un nemico anche la Corte Costituzionale, ossia il più alto organo di garanzia della Carta il cui compito è garantire anche i diritti di carcerati, migranti, omosessuali. Agli occhi degli elettori della destra populista le Corti finiscono per apparire espressione e garanzia di quelle minoranze che turbano il loro ordine. L’Abbiamo visto in Polonia e Ungheria: le prime ad essere messe nella lista nera sono state le Corti europee, poi le Corti nazionali”.
Situazione che, a quanto dice Amato, potrebbe accadere anche in Italia: “Non c’è nulla che lo impedisca. Da noi è ritenuto inconcepibile, ma potrebbe accadere”.
L’affondo sul premierato
Parere duro da parte del presidente emerito della Corte costituzione anche sul premierato. Secondo Amato è “difficile trovare un costituzionalista che l’approvi. Si tratta di una frode per gli elettori. Meloni continua a sostenere che il premierato elettivo metterà fine ai ricatti dei partiti, invece è il contrario! Questa riforma consente ai partiti il massimo potere di ricatto perché il premier eletto dagli elettori ricava solo l’incarico e prima di avere la fiducia del Parlamento deve avere nominato i ministri. Ergo nella notte dei lunghi coltelli saranno i partiti a mercanteggiare ministri e posti di comanda: o mi dai gli Interni o ti scordi la fiducia”.